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Mercoledì, 12 January 2022 12:31

L'approccio feldenkrais applicato allo yoga

UN PERCORSO DI PERFEZIONAMENTO NELL’APPLICAZIONE DIDATTICA DI ALCUNE DELLE PRINCIPALI ASANA DEL TRADIZIONALE SALUTO AL SOLE

babini   fabozzi

Nasce in FIF Academy un nuovo master di specializzazione che rappresenta “l’incontro” fra due discipline che pur operando in contesti storici, culturali e metodologici diversi presentano entrambe, come elemento fondante la consapevolezza che si genera nell’organizzazione neuropercettiva, energetica, emozionale e funzionale dell’insieme mente-corpo.

LA STRUTTURA DEL CORSO
Il percorso di studio di questo corso di aggiornamento pur differenziando, in due week end distinti, il percorso di costruzione del “Saluto al sole” e l’esplorazione del metodo Feldenkrais, manterrà come fondamentale elemento, l’interazione fra le due metodologie al fine di elaborare e mettere in atto “il movimento” come frutto dell’ascolto e della consapevolezza e non come pura ripetizione meccanica di un gesto.


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APPROFONDIAMO LE BASI DEL SALUTO AL SOLE
Il saluto al sole (Surya Namaskār in sanscrito) è una pratica yoga che incorpora una sequenza di dodici posizioni volte a coinvolgere tutto il corpo: lavora su gran parte della muscolatura. Le 12 posizioni vengono eseguite in modo fluido e dinamico, coordinando il respiro al movimento del corpo. Proprio grazie a questa sua “completezza” può essere eseguito sia come riscaldamento prima dell’inizio di una sessione di yoga prolungata, sia come esercizio a sé stante. Il saluto al sole può essere praticato a qualunque età, da novizi ed esperti, in quanto non include asana (posizioni) particolarmente difficili. è forse la pratica di yoga più conosciuta al mondo, anche se in realtà esistono diversi tipi di saluto al sole; infatti, a seconda dello stile di yoga di riferimento, la sequenza può presentare delle varianti nelle posizioni. Quella presentata nel corso è la versione, forse più conosciuta e praticata: è la sequenza di Andrè Van Lysebeth. In generale il Saluto al Sole ha un effetto tonificante ed energizzante sul nostro corpo. Un’esecuzione troppo rapida o non ben coordinata della sequenza potrebbe portare però ad eseguire le posizioni in modo scorretto e ad utilizzare un ritmo del respiro inappropriato. Dato che i movimenti del Saluto al Sole seguono il respiro di chi lo pratica, non esiste una velocità standard di esecuzione. L’insegnante deciderà in base al livello della classe. L’apprendimento della tecnica prevede ovviamente la conoscenza delle singole asana nel rispetto del proprio corpo e la presa di coscienza della propria respirazione.

ll saluto al sole, come dice la parola stessa, è un inno alla nuova giornata che inizia. Praticarlo ogni mattina, appena svegli, significa simbolicamente salutare il sole, ma significa soprattutto salutare il sole che vive dentro di noi, ovvero la nostra energia vitale. Se eseguito come pratica quotidiana, 3/6 ripetizioni possono essere sufficienti: ovviamente dipende dal nostro grado di preparazione fisica e dal tempo che vogliamo dedicare dedicare allo yoga. Questa serie di asana, è eccellente anche come pratica di riscaldamento prima di qualsiasi attività sportiva. Prima della corsa, del surf, del trekking o di qualunque altro sport, la pratica del saluto al sole aiuta a preparare al meglio il corpo e la mente all’attività sportiva. Nel caso degli sport asimmetrici, inoltre, può essere un validissimo esercizio per contribuire a compensare lo squilibrio fra parte destra e parte sinistra del corpo. Oppure può essere praticato al termine di lezioni fitness al alto impatto, per ricercare la mobilità, la flessibilità e la fluidità.


APPROFONDIAMO LE BASI DEL METODO FELDENKRAIS

Moshe Feldenkrais, ideatore del metodo, sosteneva: “Il movimento è vita! Senza movimento la vita è impensabile”. Il metodo Feldenkrais si basa essenzialmente sul prendere consapevolezza dei propri movimenti e dei propri schemi motori e di conseguenza di espandere la consapevolezza di sé nell’ambiente. È composto da sequenze di semplici movimenti che coinvolgono ogni parte del corpo, dall’ascolto profondo delle sensazioni che essi suscitano, allo sviluppo di nuovi modi di muoversi, atteggiarsi e percepirsi. Si tratta di un lavoro raffinato di presa di coscienza delle sensazioni provenienti dal proprio corpo e dall’osservazione non del movimento in sé, ma di “come” il movimento viene eseguito, quindi di “imparare ad imparare” ed imparare è certamente diverso dal fare. A partire dalla consapevolezza del proprio corpo, dei suoi limiti, delle sue potenzialità, delle sue azioni e reazioni, il Metodo Feldenkrais, consente di individuare, ridurre o evitare dolori, malesseri psicofisici, riduzioni posturali o funzionali e a ristabilire un tono muscolare equilibrato in tutto il corpo. Oltre a ciò, tale metodo è particolarmente apprezzato nel mondo dello spettacolo e dello sport poiché porta ad incrementare la precisione, la forza, la resistenza e la coordinazione motoria che alla base di ogni prestazione di qualità, atletica o artistica. Nello sport l’applicazione di questo metodo ha dato grandi risultati nella corsa, nello sci, nel golf, nel tennis e nelle arti marziali.

II Metodo Feldenkrais è stato applicato a persone di tutte le età e di professioni diverse:

✔ al neonato che aveva subito traumi al momento della nascita;
✔ all’adolescente con scoliosi e cifosi;
✔ alle persone sofferenti di mal di schiena, dolori cervicali e lombari;
✔ all’anziano che non riusciva ad alzarsi dalla sedia;
✔ al disabile con precarie sensibilità degli arti dopo anni d’immobilità;
✔ al portatore di handicap;
✔ all’obeso con problemi nella sfera sessuale;
✔ all’atleta con diminuite prestazioni competitive;
✔ agli artisti desiderosi di migliorare la loro performance;
✔ alle persone che desiderano raggiungere una conoscenza di sé più approfondita.

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Migliorando la consapevolezza di sé si arriva ad aumentare la maturazione del sistema nervoso e quindi si giunge ad apprendere delle sequenze di movimenti in maniera più efficace, si acquisiscono via via nuovi schemi di azione che portano a movimenti consapevoli risultanti dall’azione congiunta tra mente e corpo. Ciascuno giunge così a fare le cose che sa fare in modi diversi e nello stesso tempo può liberare se stesso da comportamenti stereotipati e da movimenti abituali eseguiti meccanicamente, spesso causa di blocchi e di irrigidimenti.


I PRINCIPALI OBIETTIVI DEL CORSO
✔ Conoscere la “fisiologia sottile” dei chakra nella pratica Yoga
✔ Studiare in modo dettagliato di ogni Asana della sequenza:
◆ Anatomia e biomeccanica di ogni singola asana
◆ Progressione didattica relativa ad ogni posizione
◆ Utilizzo di piccoli attrezzi yoga per correggere l’asana
◆ Aspetto energetico
✔ Praticare l’approccio neuro-senso-motorio e sistemico alla base del metodo Feldenkrais
✔ Consapevolizzare l’energia dei 7 chakra
✔ Allenare la sincronizzazione tra respiro e movimento


A CHI SI RIVOLGE IL CORSO
Il corso è rivolto senza dubbio a tutti gli operatori del settore Fitness e Wellness e ovviamente agli insegnanti di Yoga e Pilates, ma non solo.

Riteniamo possa essere un valido elemento di riflessione per tutti coloro che si occupano del movimento, in senso lato.

Pubblicato in Performance n. 3 - 2021

UN PROGETTO COLLEGATO ALLA NATURALEZZA DELLA VITA CHE SI TRASFORMA IN UN PROGRAMMA EFFICACE PER MANTENERE O RICONQUISTARE UN BUONO STATO DI SALUTE

AyurNess è un programma tanto semplice quanto complesso che ho implementato in occasione della tesi, a compimento del percorso di studi quadriennale presso la scuola di Milano Ayurvedic Point. A giugno 2011 è infatti nato questo progetto, diventando in breve tempo sia un libro sia un marchio registrato.

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Esso risulta semplice perché è collegato alla naturalezza della VITA, può risultare complesso, invece, per la nostra incapacità di decodificazione. Con il susseguirsi dei decenni, l’essere umano si è scollegato tantissimo dal circolo ordinario della natura, dimenticandosi di farne indissolubilmente parte. Mantenere e riconquistare la propria salute è una condizione garantita solo nel momento in cui il nostro corpo fisico, il corpo mentale (ciò che pensiamo) ed il corpo emozionale (ciò che proviamo), sono il più possibile in equilibrio e vicini alla nostra Prakriti, ovvero alla nostra costituzione fisica di base espressa in percentuale di “Elementi” (Dosha) ed acquisita al momento della nascita. L’etimologia del connubio AyurNess deriva da: AYUR = AYURVEDA (medicina tradizionale indiana che, tradotta dal sanscrito, significa “Scienza o conoscenza della Vita” con tutte le sue terapie compreso lo YOGA) e NESS = FITNESS, ovvero tutte le sue pratiche di esercizi ed allenamenti svolte con il corpo fisico. Già migliaia di anni fa, stimolare il corpo fisico era considerato non solo fondamentale ma anche obbligatorio per mantenere un ottimo stato di salute. Questo settore veniva chiamato con il nome sanscrito Pushtikar. È scientificamente provato che una maggior forza, una maggior resistenza ed una flessibilità fisica aiutino ognuno di noi nel momento in cui ci sia bisogno di forza, resistenza e flessibilità nei confronti di decisioni o problematiche che purtroppo la vita ci mette di fronte. Un argomento di grande attualità che sto trattando negli ultimi mesi si basa proprio sul “come” mantenere alte le difese immunitarie. Di attualità perché ora più che mai dobbiamo essere forti e pronti per contrastare l’attacco di virus e batteri. Ovviamente il mio discorso è valido per persone sane, non per chi ha già patologie pregresse che devono essere oggetto di un discorso medico diverso. Il sistema immunitario è una complessa rete, integrata da mediatori chimici e cellulari che servono per difendere l’organismo da qualsiasi forma di attacco patogeno esterno e garantirne l’integrità. Per dare una mano a questi paladini della salute esistono vari metodi. Concentriamoci sul piano fisico. Le cellule immunitarie più importanti sono i linfociti. I linfociti B si sviluppano nel midollo osseo, mentre i linfociti T si sviluppano nel timo, un organo situato nel torace nella zona retrostante lo sterno. Al fine di conservare al meglio questi due particolari punti, esistono degli esercizi specifici. Pushtikar (termine antico che equivale al nostro moderno Fitness) dice che, per essere al top della forma, ogni parte del nostro corpo, compresa la colonna vertebrale, deve essere in grado di gestirsi tranquillamente senza traumi tra massimo accorciamento, massimo allungamento e torsione. Alla luce di questa precisazione gli esercizi proposti sono i seguenti: Uttanasana, Hasta Uttanasana e Marichyasana.

Esecuzione Dalla posizione eretta, si allungano le mani giunte sopra la testa in modo da allungare la colonna vertebrale al massimo e, eseguendo una inspirazione forzata, stringendo forte i glutei per proteggere la zona lombare, si esegue un arco della schiena mantenendo le braccia vicine alle orecchie. Dopo di che, si scende tenendo le mani il più lontane possibile dal corpo fino al punto in cui la schiena è perfettamente orizzontale al pavimento per due o tre respiri profondi. Avvicinare le mani a terra cercando di mantenere il busto più vicino possibile alle cosce. Le posizioni vengono tenute per un minuto ciascuna per tre o quattro serie. Per rendere l’esercizio completo, è necessario eseguire la torsione del busto. In posizione seduta, una gamba rimane distesa mentre l’altra si flette. Per compiere la torsione, il braccio destro, ad esempio, deve appoggiare sulla gamba sinistra flessa, mentre la mano sinistra poggia a terra. La testa segue l’andamento guardando all’indietro oltre la spalla in modo da far partire la torsione dalla zona cervicale. Anche per questi esercizi si mantiene un minuto per parte per tre o quattro volte. Altra sequenza di esercizi per colonna vertebrale e timo sono i push-up “facilitati”, abbinati al superman, Urdhva mukha svanasana e Bench.

Esecuzione Dalla posizione di quadrupedia, le mani vengono mantenute sotto le spalle, si sollevano le ginocchia e si mantiene per cinque respiri profondi la posizione di Bench, dopo di che si avvicina il corpo proteso al pavimento il più lentamente possibile piegando i gomiti. Quando il corpo arriva a terra si tendono bene le punte dei piedi, si sollevano le ginocchia in modo da garantirsi un appoggio di gambe fortissime e si staccano le mani sollevando le braccia in avanti oltre la testa. Questa posizione è da mantenere per almeno cinque o sette respiri profondi. Se la schiena duole, esiste la variante delle mani tenute all’altezza delle spalle oppure delle braccia lungo i fianchi con le mani che premono sul pavimento. Si riportano le mani a terra in linea con le spalle e si protendono le braccia mantenendo il bacino a contatto col pavimento. Dopo cinque respiri si risollevano le ginocchia tornando alla posizione di Bench iniziale. Questa sequenza andrebbe ripetuta per almeno cinque o sei volte. Ora vorrei concentrare l’attenzione sui due sentimenti che hanno imperato durante il lockdown: ansia e paura. Due emozioni che abbassano notevolmente le difese immunitarie andando a creare una falla nel nostro sistema. Vediamo gli organi colpiti e come fare per recuperare energia.


L’ansia

L’ansia è un sentimento occlusivo e paralizzante, deriva dal latino angere ovvero stringere. Essa può essere identificata come la paura del non controllo. Quando nella nostra vita insorgono problematiche che non riusciamo a gestire si innescano in automatico tutta una serie di riflessi dettati dall’SOS percepito dal nostro sistema nervoso centrale. I disturbi dell’ansia sono:

✔ Nodo alla gola
✔ Pressione al torace
✔ Difficoltà respiratorie
✔ Senso di soffocamento
✔ Aumento del battito cardiaco
✔ Palpitazioni ed aumento della pressione cardiaca
✔ Nausea
✔ Dolori addominali
✔ Insonnia
✔ Agitazione e sudorazione diffusa
✔ Attacchi di panico

La parte che viene colpita in primis è il diaframma e, solo dopo aver attraversato le reti di collegamento, arriva agli altri distretti. Il diaframma toracico è noto essere il muscolo principale della respirazione, il quale separa la cavità toracica dalla cavità addominale. Esso si presenta a forma di piccolo arco, che si accentua verso l’alto nel momento dell'inspirazione e si schiaccia verso il basso durante l'espirazione. Quando il sentimento dell’ansia è presente e non gestito per troppo tempo, questo arco tende a rimanere sempre rigido, in una posizione quasi lineare, andando a compromettere la fluidità del respiro e schiacciando gli organi sottostanti: stomaco, fegato, milza, pancreas, reni ed intestino.


Principali esercizi per migliorare gli stati d’ansia

Il primo esercizio consigliato è sicuramente quello del respiro consapevole, ovvero una inspirazione ed espirazione forzata per riempire e svuotare completamente i nostri polmoni usando esclusivamente il naso (Pranayama).
Il fitness insegna l’imprint lombare che è un esercizio meraviglioso, proposto come attivatore del muscolo profondo dell’addome che si chiama Trasverso ma che, nel sottile, prevede ulteriormente un ammorbidimento del diaframma in collegamento diretto con l’ileo-psoas al quale è connesso all’altezza delle vertebre L2 e L4. Il muscolo ileo-psoas viene chiamato anche “muscolo dell’anima” proprio perché viene condizionato notevolmente dagli stati d’animo ed è importantissimo per diverse funzioni fisico/anatomiche, non per ultimo a livello posturale. Per eseguire l’imprint lombare ci si colloca in posizione supina ad anche flesse. Si esegue una inspirazione profonda concedendo alla zona lombare di crearsi il suo spazio ad arco sollevandosi dal pavimento, poi si schiaccia volontariamente la zona lombare completamente a terra continuando ad espirare fino all’esaurimento dell’aria nei polmoni. Quando si arriva alla espirazione forzata si tiene l’apnea a polmoni vuoti (Rechaka) dai 5 ai 10 secondi, poi si inspira forzatamente tornando alla condizione di partenza. Questo esercizio andrebbe eseguito per un totale di almeno dieci minuti. Esiste anche un esercizio con cui si pratica l’auto-sblocco diaframmatico, doloroso ma molto efficace. Ci si posiziona seduti con le gambe incrociate. Se la schiena non rimane naturalmente perpendicolare al pavimento ci si appoggia ad una parete. Si inspira forzatamente per accumulare più aria possibile nei polmoni e con le mani a cucchiaio si scava sotto le costole fluttuanti durante l’espirazione, reclinando il busto in avanti fino ad arrivare il più vicino possibile con la fronte a terra. Prima si scava nella zona centrale sopra lo stomaco per poi proseguire verso i fianchi e si risale.


La paura

La paura è una delle emozioni fondamentali degli animali: ci mette in guardia dai pericoli e ci spinge alla sopravvivenza. La paura è un sentimento importante per tutti gli esseri viventi poiché permette reazioni immediate davanti ad un pericolo. Di fronte ad uno stato di emergenza, il nostro corpo produce un ormone, la ben nota adrenalina, che induce cambiamenti fisici e mentali e ci prepara all’azione. Se pensiamo ai nostri antenati, riusciamo a capire il valore adattivo di questa emozione: la paura ha protetto i nostri avi da animali selvaggi o da vicini ostili. Oggigiorno gli stimoli che ci fanno paura non sono più grandi leoni o invasioni vicine, quanto piuttosto la perdita di un lavoro, un cambiamento di vita, il sommarsi di problemi quotidiani o, nel nostro caso di una situazione pandemica. In qualsiasi caso, se la paura si risolve in breve tempo non comporta complicazioni, se viene mantenuta viva troppo a lungo si hanno ripercussioni a livello emozionale e quindi anche fisico. Gli organi più colpiti da queste situazioni sono i reni, che influenzano anche polmoni e cuore. Le conseguenze possono essere:

✔ Blocco renale oppure sensibilità estrema alla diuresi
✔ Aumento della frequenza cardiaca
✔ Mobilità intestinale
✔ Tensione muscolare
✔ Aumento della sudorazione
✔ Bocca secca
✔ Mal di testa
✔ Dolori alle gambe
✔ Dolori al petto
✔ Stanchezza cronica


Principali esercizi per contrastare la paura

Gli esercizi per equilibrare i reni sono: Paschimottanasana, Navasana, rolling sulla schiena, Salamba sarvangasana, Halasana e Setu bandha sarvangasana. Ogni posizione va tenuta per almeno dieci respiri profondi.

Esecuzione In posizione seduta con le gambe distese si esegue una inspirazione forzata allungando la colonna vertebrale in alto con l’ausilio delle braccia tese sopra la testa e ci si chiude in avanti portando il busto vicino alle cosce, si risolleva il busto piegando le gambe, si sollevano entrambi i piedi da terra e si cerca di raddrizzare le gambe avvicinandole al busto come in una chiusura “a libro”. Ripiegando le gambe ci si lascia cadere indietro con il peso del corpo e si torna in posizione iniziale dondolando sulla schiena fino alla zona cervicale sfruttando la forza di gravità. Al decimo respiro si utilizza un colpo di reni più incisivo per portare le gambe sopra la testa il più possibile allineate al busto, portando il peso del corpo completamente sulle spalle. Dopo di che, i piedi cadono oltre la testa cercando di tenere le gambe dritte. Come ultima posizione si tengono i fianchi con entrambe le mani e si cerca di portare i piedi a terra tenendo alto il bacino formando un mezzo ponte, per poi fermarsi in una posizione supina neutra. Oltre a tutti questi esercizi consiglio di tenere sempre alto il livello cardio respiratorio, utilizzando una pratica che alleni i nostri due organi vitali per eccellenza: cuore e polmoni. Per cui ogni attività che innalza in modo specifico il battito cardiaco va bene come ad esempio corsa, bici, step, aerobica, nuoto, et cetera. Il futuro è nelle nostre mani. Vogliamoci bene davvero e di conseguenza saremo più pronti per aiutare a piene mani anche gli altri.

Auguro a tutti un buon allenamento, un’ottima salute e tante buone riflessioni.

 

Pubblicato in Performance n. 2 - 2020

Lezione di Yoga con Rita Babini per apertura torace e mobilità scapolo omerale.

Ti ricordiamo anche che quest'anno in estate a Ravenna si terrà il corso intensivo per insegnante di Yoga:
https://www.fif.it/index.php/corso-intensivo-insegnante-di-yoga?type=20-IHY-00-000366

Poi invece ad ottobre riprende anche il nostro corso Biennale:
https://www.fif.it/index.php/corso-insegnante-di-yoga-biennale?type=16-IHY-00-000128

 

 

Pubblicato in Fitness news
Lunedì, 06 April 2020 15:41

Lezione di Yoga con Rita Babini

Continuiamo ad allenarci a casa ed oggi lavoriamo sulla mobilità grazie a questa lezione di Yoga con la docente Rita Babini.⁣⁣

Ti ricordiamo anche che quest'anno in estate a Ravenna si terrà il corso intensivo per insegnante di Yoga:
https://www.fif.it/index.php/corso-intensivo-insegnante-di-yoga?type=20-IHY-00-000366

Poi invece ad ottobre riprende anche il nostro corso Biennale:
https://www.fif.it/index.php/corso-insegnante-di-yoga-biennale?type=16-IHY-00-000128

 

Pubblicato in Fitness news

UN BREVE VIAGGIO PER CONOSCERE QUELLO CHE LA MODERNA PRATICA DEVE ALL’ANTICA E CIÒ CHE L’ANTICA PUÒ APPRENDERE DALLA NUOVA

In molti centri fitness e ancor di più negli studi dedicati alle discipline olistiche e alle attività posturali, è molto comune imbattersi in istruttori che supervisionino sia le classi di Pilates, sia quelle di Yoga, quasi a testimoniare l’importanza di creare un perfetto connubio tra le due forme. Non a caso questo connubio ha trovato una chiara espressione pratica in America, prima, con il nome di Yogilates e in casa FIF poi, con il nome di Piloga. Tuttavia le differenze tra le due discipline sono enormi e per questo risulta spontaneo domandarsi cosa spinge un istruttore ad insegnare l’una o l’altra disciplina e soprattutto se si scelga di diventare prima insegnanti di Yoga o di Pilates? Da questo quesito parte il nostro viaggio attraverso una esplorazione della storie delle due “filosofie del movimento” che mettono in risalto punti di incontro e principali differenze per giungere alle testimonianze dei professionisti dei due mondi.

La bellezza della precisione del Pilates
Joseph Pilates, fondatore dell’omonimo metodo, dopo aver praticato negli anni della sua adolescenza Body Building, Yoga e Arti marziali, sviluppò la consapevolezza che una cattiva respirazione e una conseguente cattiva postura sono le cause di una cattiva salute. Così nel 1925, anno in cui emigrò negli USA, la sua mission si orientò verso un approfondimento della pratica dello Yoga e dei movimenti degli animali che lo condussero alla realizzazione di un metodo di allenamento che chiamò “Contrology” incoraggiando l’uso della mente per controllare la funzione dei muscoli. Durante le sedute di Pilates, gli esercizi caratteristici del metodo, più di 500 (la maggior parte eseguiti da distesi), pongono l’attenzione sul respiro, sulla postura, sull’allungamento dei muscoli e soprattutto sul rafforzamento della cintura addominale per il supporto della colonna vertebrale. Possiamo dunque definire gli obiettivi del metodo come segue:
✔ scolpire una silhouette allungata (come quella dei ballerini)
✔ fortificare i muscoli addominali e i muscoli della schiena
✔ corregge le asimmetrie lavorando sul riequilibrio posturale

La versatilità e la meravigliosa complessità dello Yoga
Le origini millenarie e in parte misteriose dello Yoga dimostrano senza dubbio la sua vera bellezza che la allontana dalla interpretazione univoca del Pilates. Lo Yoga rappresenta l’immensità di un mare in cui le rotte sono variabili in base alle diverse scuole intraprese. Colui che naviga nel vasto mare dello Yoga oggi può conoscere la tranquillità, domani può imparare una nuova tecnica respiratoria, dopodomani può conoscere un mantra, una meditazione, può ritrovare un sorriso, una forza interiore, uno slancio e un senso di rivalsa per impegnarsi nella sua destinazione nel mondo… e molto, molto altro ancora. In una lezione di Yoga i ritmi sono lenti, le posizioni mantenute a lungo, i respiri profondi, le articolazioni aperte fino alla massima escursione, il tutto con lo scopo di rinforzare interamente il corpo, e sebbene sia lo Yoga che il Pilates nascono dalla consapevolezza della connessione tra corpo e mente, lo Yoga ha insito in sé un elemento che si aggiunge al binomio corpo/mente e che si traduce nella spiritualità: l’elemento che induce la mente alla ricerca di uno stato di calma per accedere ai più nobili stati meditativi.
Dopo questo primo step del nostro viaggio possiamo trarre delle prime deduzioni in riferimento all’essenza delle due pratiche.
Nel Pilates abitano l’attenzione e la precisione del movimento, il controllo della mente e la consapevolezza della integrazione funzionale tra corpo e mente. Lo Yoga al contrario risponde a un bisogno più interiore, attraverso il movimento del corpo permette di accedere al silenzio e all’ascolto interiori in cui prendere la giusta distanza da tutto ciò che non conta veramente: il qui ed ora!

Le due respirazioni a confronto
Da questa attenta analisi ne consegue che certamente le due discipline sono compatibili: la fisicità del Pilates aiuta a rafforzarsi e a prevenire gli infortuni si concilia con la maggiore mobilità e potenza raggiungibili con lo Yoga. Nella prima si predilige la pratica di una respirazione laterale diaframmatica contenuta dai muscoli trasversi, inspirando con il naso ed espirando dalla bocca, mentre nella seconda si sottolineata la profonda relazione che esiste tra stato emotivo/mentale e il ritmo e l’ampiezza del respiro e si utilizzano molte e diverse tecniche respiratorie. Si incoraggia principalmente una respirazione completa che coinvolge anche la parte apicale e l’uso dei kumbaka, il trattenimento del respiro: uno che sussegue l’inspirazione e uno successivo all’espirazione. Nello yoga la respirazione diventa così un controllo dell’energia vitale e si porta l’allievo a respiri sempre più lunghi e lenti.

Verso la conclusione del nostro viaggio seguiamo le orme disegnate dalle testimonianze di un campione di insegnanti che ad oggi sono istruttori sia di Pilates sia di Yoga.
La nostra prima valutazione statistica è stata rivolta a capire quanto l’antica pratica dello yoga abbia indicato ai propri “maestri” la strada verso l’educazione del metodo Pilates e quanto invece la moderna pratica del Pilates abbia indotto i propri istruttori a rivolgere uno sguardo attento verso la filosofia dello Yoga. Il risultato, in un era dove la fisicità, lo sforzo, la fatica prevalgono sull’ascolto interiore, la consapevolezza di sé e la leggerezza, ha evidenziato che nel nostro mondo occidentale la scelta degli operatori professionisti si è orientata prima verso la formazione del metodo Pilates e successivamente verso la conoscenza e pratica della filosofia Yogica.

Una domanda su tutte ha indicato la strada verso la scelta più giusta: “cosa voglio ottenere dalla pratica della disciplina che voglio insegnare? Sentirmi meglio fisicamente o ricercare un equilibrio mentale?”. Una risposta sulle altre ha avuto la meglio: “desidero principalmente un corpo più tonico e più flessibile!”. E per questo scopo la fisicità del metodo Pilates, che oltre al corpo include anche i suoi piccoli e grandi attrezzi, ha prevalso sulla spiritualità dello Yoga. Tuttavia la stessa pratica costante di una disciplina così fisica fatta di esercizi ginnici, tecniche esecutive, rigore, ritmo e sforzo si è trasformata nella principale motivazione alla ricerca della tranquillità, dell’etica, della disciplina, dell’ego, del rilassamento mentale e del corpo insite nella pratica dello Yoga.

Alla luce di tutto questo e con l’esperienza personale di insegnante di Pilates e praticante di Yoga desidero concludere con un quesito rivolto a me stessa, in qualità di appassionata formatrice, pensando a tutti coloro che ad oggi non sono né Pilates Instructor né Insegnanti di Yoga e si trovano ad un bivio: “In che modo potrei indicarvi la strada verso la scelta più giusta per voi?”. Nessun dubbio nella mia risposta: “praticate entrambe le discipline prima di scegliere! Fatele entrambe vostre ascoltando le vostre sensazioni… e poi semplicemente seguite il vostro istinto!”

Pubblicato in Performance n. 3 - 2019

IL CAPOLUOGO EMILIANO È LA PRIMA SEDE SPERIMENTALE IN ITALIA

Dallo scorso febbraio fino alla fine di maggio, ben quattro scuole primarie del quartiere Porto-Saragozza nella città di Bologna hanno introdotto, a partire dall’anno scolastico appena conclusosi, la disciplina dello Yoga. Una novità assoluta per l’Italia che potrebbe fungere da apripista per altre iniziative di questo tipo.

L'idea nasce da una collaborazione tutta al bolognese tra la scuola di yoga del Centro Natura e l'associazione Arkis e parzialmente finanziata dalla Fondazione del Monte. Una task force che con passione e determinazione ha reso un sogno una realtà.

Un progetto che si propone come una nuova opportunità professionale per tutti gli insegnanti di Yoga di coinvolgere tutte le scuole e le associazioni sportive per creare nelle proprie città delle collaborazioni finalizzate al benessere sia fisico sia mentale dei bambini tramite lo svolgimento di un’attività millenaria nota per i suoi importanti benefici.

La Federazione Italiana Fitness si pone al centro della formazione delle figure necessarie a tale progetto: dal corso di insegnante di Yoga al corso di Yoga per bambini.

Il corso di Insegnante di Yoga è un corso Biennale di 300 ore, a numero chiuso e prevede ogni anno 10 week-end di studio a cadenza mensile. La durata prevede indicativamente un 30% di moduli teorici e un 70% di moduli pratici e le valutazioni si suddivideranno in due esami con test scritto e prova pratica da sostenersi rispettivamente alla fine del primo anno e alla fine del secondo anno. L'obiettivo principale del corso è Formare insegnanti qualificati in grado di condurre con competenza lezioni di Hatha Yoga.

Il corso di Yoga per bambini è un innovativo strumento di lavoro utile all’insegnamento dello yoga ed è rivolto agli insegnanti di yoga e a tutti gli insegnanti che vogliano integrare la loro conoscenza e che desiderano lavorare con gruppi di bambini o genitori con i bambini, direttamente nelle proprie associazioni sportive o in nuovi progetti scolastici che coinvolgono le scuole primarie Il percorso completo consta di tre appuntamenti intitolati:
• II SOLE E I SUOI PIANETI: uno strumento volto a stabilire un legame e un dialogo fra genitori e bambini.
• EDUCARE ALL'AUTOSTIMA: differenziare l'autostima dal concetto di Sé
• OSSERVIAMO, DISEGNIAMO, MODELLIAMO LE POSTURE DI GENITORI E BIMBI E SCOPRIAMO NUOVI ORIZZONTI: attraverso l'intervento del Dott.Piero Calabrese si tratteranno temi inerenti la Dentosofia , strumento ortodontico che offre l’opportunità di considerare i denti come una sorta di zona di apprendimento e di trasformazione di noi stessi. Questa visione terapeutica considera la bocca una porta d’ingresso per agire sul corpo intero fino alla psiche.

La YOGA SCHOOL della Federazione Italiana Fitness propone programmi attuali e di successo che sono fondamenti necessari per la realizzazione di progetti scolastici che a loro volta diano, attraverso la pratica dello Yoga, le basi per un'attività motoria che curi l'equilibrio posturale e psichico dei bambini nel periodo dell'infanzia dai 6 ai 10 anni. Non resta che contattare gli istituti scolastici più sensibili nei quartieri delle vostre città e presentare una ideale programmazione di lezioni di Yoga per bambini da inserire nell'orario scolastico.

Buona fortuna!  

 


PER LA TUA FORMAZIONE ABBIAMO SELEZIONATO QUESTI CORSI: 

Pubblicato in Fitness news

Il MIUR Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca ha riconosciuto la validità formativa dei Corsi promossi dal Centro Studi La Torre per ottenere la qualifica di “Insegnante di Yoga” e per insegnare la disciplina ai bambini.

Il primo è un percorso teorico e pratico finalizzato a una formazione classica e tradizionale dello yoga, con l’approfondimento dei principali aspetti della disciplina dalle posizioni al respiro fino al rilassamento; il secondo è un corso specifico, rivolto agli insegnanti di yoga e a tutti i docenti che vogliano integrare la loro conoscenza e/o che desiderano lavorare con gruppi di bambini e gruppi di genitori assieme ai bambini.
Sono rispettivamente:
- Corso di Insegnante di Yoga
- Corso di Yoga per bambini
organizzati dal Centro Studi La Torre, l’Ente di Formazione a cui fanno capo la Federazione Italiana Fitness (FIF) e l’International Dance Association (IDA).

Entrambi i Corsi sono stati riconosciuti dal MIUR per l’anno scolastico 2019/2020 in base alla direttiva ministeriale 21 marzo 2016 n.170, divenendo così acquistabili con il bonus della “Carta Docente” tramite la piattaforma online “S.O.F.I.A.”, accreditata dal Ministero, da tutti i docenti di ogni ordine e grado residenti in Italia.

I Corsi sono acquistabili, dunque accessibili, dal 1° settembre 2019.

Le date sono state pubblicate sul suddetto portale, nell’apposita sezione ‘Catalogo Corsi’. Per iscriversi è sufficiente inserire il nome del corso nella apposita funzione ‘Cerca’. Dalla stessa sezione sarà inoltre possibile consultare il programma completo dei Corsi.

Per maggiori informazioni si prega di contattare la segreteria organizzativa del Centro Studi La Torre all’indirizzo: o al tel. 0544 34124. 

 


PER LA TUA FORMAZIONE ABBIAMO SELEZIONATO QUESTI CORSI: 

 

Pubblicato in Fitness news
Martedì, 09 April 2019 12:16

Le strane forme dello yoga

Lo yoga è una delle discipline orientali più antiche, che comprende molteplici espressioni e correnti diverse.

Lo yoga è un’arte della vita e non solo un modo per fare ginnastica in maniera non convenzionale. È un metodo pratico per avanzare nella propria vita su più livelli: fisico, mentale e spirituale. L’Ashtanga Vinyasa è stato diffuso grazie a Pattabhi Jois a partire da Mysore, in India e si compone di tre sequenze molto complesse, la cui corretta e piena esecuzione richiede molta pratica. La parola Vinyasa implica un fluire continuo da una posizione a un’altra senza pause, con il respiro sincronizzato al movimento, cosa che richiede una grande concentrazione, resistenza aerobica, forza nella parte superiore del corpo e abilità nell’usare il respiro che contemporaneamente alle posture (le asana) purifica il corpo.

Da queste forme tradizionali e nel rispetto dei loro principi nascono stili più attuali tra cui meritano nota di merito:
- Bikram, lo yoga per dimagrire a una temperatura di 40 gradi
- Jivamukti Yoga basato sulle interconnessione tra gli uomini e la terra
- Iyengar Yoga per riabilitare muscoli ed ossa
- Kundalini Yoga con la sua forma più meditativa.

Negli ultimi anni si sono sviluppate anche delle forme ibride, nonché estreme, come il surfing yoga praticato nelle spiagge del Portogallo, del Marocco o del Sud America. Lo yoga oggi più che mai è diventato di moda e lo dimostrano proprio le numerose varianti lontane dalla disciplina originale come l’acroyoga e lo yoga volante che consistono in sequenze da fare in due, sfruttando al massimo il peso corporeo, allenando l’equilibrio, la forza, la coordinazione e, non per ultimo, il senso di fiducia.

Tra le forme più strane e lontane dalla filosofia classica possiamo annoverare il boxing yoga, che unisce le asana, le posizioni classiche dello yoga, con elementi della boxe. Per gli amanti della discoteca esiste il clubbing yoga una originale forma di allenamento. Musica elettronica, hip-hop o pop ad alto volume fanno da colonna sonora per lezioni divertenti e anticonvenzionali, che favoriscono l’interazione con gli altri componenti del gruppo. C'è persino il Cigar yoga, eseguito proprio fumando un classico cubano o nella forma meno salutare, le sigarette. Un modo di dare tutto un nuovo significato al concetto di respiro nello yoga.

Per ultimo, lo stile perfetto per gli amanti degli animali il Doga. Nato negli Stati Uniti e molto praticato in Giappone, si tratta di una disciplina che prevede le posizioni dello yoga classico e le tecniche di meditazione e respirazione da effettuare, però, insieme al proprio cane. Questa esperienza aiuta anche a rafforzare il legame con il proprio animale, favorendo il rilassamento di entrambi. Come afferma, senza traccia d’ironia, la fondatrice Mahny Djahanguiri: "il padrone è lo yogi, il cane è il dogi".

A ciascuno il suo yoga! A seconda della propria indole si potrà scegliere tra yoga tradizionale (Ashtanga Vinyasa), che rappresenta anche un percorso spirituale e non solo un esercizio fisico, e tutte le nuove possibilità dove l’esercizio fisico si contamina con spunti presi dallo yoga e da altre discipline.  

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Confermato dal ACSM (American College of Sport Medicine) al sesto posto tra le discipline più in voga nel 2019, lo yoga continua a vivere anni di indiscussa popolarità, anche grazie a continue riletture dell’antica pratica che rendono l’esercizio sempre stimolante e attraente.

Tra le ultime novità del settore c’è il Chroma Yoga, una divertente combinazione tra yoga e cromoterapia che mescola colori, luci, suoni, musiche e aromaterapia, per un'esperienza immersiva e multisensoriale.
Nato un paio di anni fa nella zona est di Londra dall’intuizione dell’ex danzatrice amante del fitness Nina Ryner, il Chroma Yoga ha preso piede velocemente soprattutto per merito del tam tam stimolato dai social. Sale dal design moderno e minimal, con opere interattive realizzate ad hoc dagli artisti James Turrell, Carlos Cruz-Diez, Veronica Ann Janssens e Olafur Eliasson. Colori pensati per rievocare particolari momenti del giorno (alba o tramonto) o per stimolare la produzione di specifici ormoni (ad esempio il filtro blu viene usato per sollecitare la melatonina, ma solo prima delle 15.00, orario a partire dal quale si preferisce il filtro rosso per non interrompere la fisiologica produzione di questo ormone). Le musiche sono studiate in base alle frequenze emesse dal cervello nei diversi stati di coscienza mentre diverse fragranze di oli essenziali, create in collaborazione con il noto designer dalla spiccata predilezione per gli aromi Asakala, vengono diffuse per massimizzare l’esperienza anche sotto il profilo olfattivo. Insomma una situazione ideale dove abbandonarsi alla pratica olistica.

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Con il peso del corpo la forza viene allenata al pari della resistenza, della rapidità e della mobilità: il nostro fisico è lo strumento di training più poliedrico che esista. Anche lo yoga utilizza in modo completo il corpo stimolando la capacità di gestire, attraverso il controllo della mente e della respirazione, il tono muscolare, l’equilibrio, la flessibilità, l’allineamento.
Quello che vedete è un piccolo estratto della mastreclass con Francesco Fiocchi e Rita Babini che mostra le affinità fra le asana dello yoga e il bodyweight.

 


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