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L'auricologia rappresenta una delle metodiche di trattamento più efficaci. Si tratta di un metodo per ristabilire una condizione di benessere più ampio rispetto ad un classico metodo di cura; di fatto serve ad aumentare l'energia e ristabilire l'equilibrio psico-fisico dell'essere umano. L'attuazione di semplici massaggi, pressioni, stimolazioni di vario tipo su alcuni punti del padiglione auricolare si possono regolare le differenti funzioni bioenergetiche e funzionali dell'organismo.

Oltre ai dolori e alle contratture muscolari i campi di intervento dell'auricologia per i quali risultano le maggiori evidenze cliniche di successo sono: condizioni emotive (ansia e tensione), insonnia dipendenze da farmaci, droghe o sostanze nocive, quali fumo e alcool e non ultimi per importanza i disturbi del comportamento alimentare.

La grande efficacia della metodica sta nella vicinanza dei nervi auricolari incaricati di trasmettere lo stimolo al cervello che garantisce una risposta immediata e senza interferenze. Un concetto interessante ed innovativo è quello del “orecchio parlante” attraverso il quale si intende che l'orecchio ci parla del nostro stato di salute con un linguaggio ricco di segni che sono classificabili sia secondo parametri della medicina tradizionale , sia secondo fondamenti della medicina cinese. Di particolare interesse risulta la classificazione dell'orecchio, se di tipo Legno, Fuoco, Terra, Metallo o Acqua in base alla sua forma, consistenza, colore e direzione in riferimento alla teoria dei 5 elementi. Questa classificazione assume un ruolo importante per l'operatore permettendogli di individuare la frequenza e la modalità di stimolazione più adeguata. Quindi non più solo stimolazione con l'agopuntura o con il posizionamento di semi di vaccaria, ma da oggi largo spazio all'utilizzo di oli essenziali, fiori di Bach, penne cromatiche, impulsi enerhetici e semi e legumi che in base alla qualità energetica sono in grado di interagire con l'organismo, inviando stimoli energetici che ristabiliscono l'equilibrio.

L'orecchio, dunque, ci parla e ci racconta la storia di una persona: è possibile leggere dove nasce il dolore e quali strumenti adoperare per portare sollievo. Questa è la visione dell' Auricoloterapia moderna secondo la quale un'azione energetica portata in un punto o in una zona specifica, vada a risuonare a livello di tutto il sistema organico. Una meravigliosa immagine che rappresenta questa intuitiva visione fu realizzata nel 1952 dal medico francese Paul Nogier, padre della moderna Auricologia, sovrapponendo alla forma dell'orecchio un feto capovolto: la sua testa nel lobo, i visceri nella parte centrale della conca e i piedi nella parte alta della fossa scafoide. Una immagine primordiale da cui origina l'attuale mappatura auricolare. 

orecchio

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Oggi la docente FIF Melissa Roda, ci mostra qualche esercizio da fare con i vostri piccoli allievi. Questo allenamento è consigliato per bambini dagli 8 ai 10 anni e prevedono l'uso del cerchio. Entrando un po' più nello specifico si esegue:

• O.H.SQUAT Importante controllo del cerchio sopra la testa, braccia tese a V e presa mani forte. Scendo mantenendo colonna eretta e braccia tese, raggiunta l'accosciata lascio il cerchio e uso andatura Monkey (Programma 5/7anni fase funzionale dinamica) per uscire e rientrare all'interno del cerchio.
• FRONT LUNGE Rollo il cerchio con un solo arto fino all'estensione completa del braccio, secondo passaggio aggancio cerchio con 2 mani mantenendo colonna eretta e braccia tese inserisco lunge con gamba opposta al primo sfiorando con ginocchio posteriore il cerchio (controllo del gesto lavoro sul piano frontale e le diagonali), ritorno nella posizione di partenza piedi paralleli e ruoto cerchio intorno alla testa (gesto fluido e naturale).
• STACCO Piedi paralleli gambe tese aggancio cerchio con due mani mantenendo controllo della colonna accompagno cerchio a terra e lo riporto nella posizione di partenza agganciando con le due mani il lato più vicino alle punte dei piedi (controllo + coordinazione).

 


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Sono ancora aperte le iscrizioni per partecipare ai Corsi organizzati dal Centro Studi La Torre / Federazione Italiana Fitness riconosciuti dal Miur (Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca) nell'ambito delle iniziative formative 2018/2019 e pertanto acquistabili con la “Carta docente” (direttiva ministeriale n. 170/2016).

Se sei un docente scolastico di ruolo puoi dunque utilizzare fino a 500 euro per il tuo aggiornamento professionale con FIF!

Ad oggi sono in partenza nella sede di Bologna i corsi di:
Personal Trainer un totale di 48 ore spalmate su 4 weekend (23-24 marzo; 30-31 marzo; 6-7 aprile; 13-14 aprile);
Yoga Dinamic School di 36 ore totali (23-24 marzo; 30-31 marzo; 06-07 aprile; 13-14 aprile);
Preparatore Atletico (23-24 febbraio; 16-17 marzo; 30-31 marzo).

Tutte le iniziative FIF / Centro Studi La Torre sono presenti nel catalogo del Miur Emilia-Romagna: www.istruzioneer.gov.it

Per maggiori info, contatta la segreteria organizzativa: / 0544 34124  

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Mercoledì, 27 February 2019 11:57

Corporate Wellness e Corporate Trainer

UN NUOVO MERCATO NEL MONDO DEL FITNESS E UNA NUOVA FIGURA DI PERSONAL TRAINER!

Sempre più spesso i trainer trovano notevoli difficoltà a proporsi nel mercato a loro conosciuto ovvero quello del Fitness Club o Wellness Club. I problemi sono molteplici e non esiste una sola causa purtroppo, le capacità professionali non sempre fanno la differenza. Lo sviluppo di piccoli centri ad alta professionalità e la proposta di Personal Trainer è certamente una valvola di sfogo per chi è intraprendente, ma esiste un mercato del tutto inesplorato e potenzialmente in sviluppo esponenziale. Questo mercato è rappresentato dal Corporate Wellness ovvero la possibilità per le aziende dei settori più disparati di erogare servizi inerenti all’attività fisica e alla salute a dipendenti e collaboratori. Ovvio che il nostro Paese non è certo ai primi posti nel ranking per numero di aziende che stanno focalizzandosi su questo benefit, ma il numero delle stesse sta aumentando con quote di crescita ben più grandi di altri mercati complementari ai Club Fitness.

Se da un lato quindi le aziende produttrici di attrezzature hanno percepito il trend, dall’altra parte è assolutamente carente il bacino di potenziali trainer a disposizione per consentire il vero decollo di questo settore. Il trainer è centrale e strategico, ma ha la necessità di formare la propria capacità professionale ovviamente non tanto dal lato tecnico, ma principalmente su altre skill quali: approccio e relazione, conoscenza delle specifiche esigenze, coaching e non ultimo flessibilità nelle proposte.

Nasce così il corso di CORPORATE TRAINER: un nuovo progetto della FIF ACADEMY in partnership con MATRIX FITNESS per erogare servizi Fitness e Wellness direttamente ai dipendenti e collaboratori delle aziende di tutti i settori.

Il corso di specializzazione  ha l’obiettivo di creare una figura professionale che sia in grado di inserirsi all’interno di questo mercato, con solide conoscenze e competenze sull’analisi di un contesto aziendale, sulla pianificazione, realizzazione e gestione di un progetto di benessere aziendale, attraverso specifici interventi necessari per viver meglio sul luogo di lavoro da personalizzare in base alle diverse esigenze della popolazione aziendale e che siano in grado di insegnare a fare sport e movimento anche in un’ottica di medicina preventiva e non solo come attività agonistica.

Il corso si sviluppa in un due giorni di formazione in aula e di parte pratica, in cui si trasmetteranno le conoscenze e gli strumenti operativi per conoscere come creare un programma di benessere aziendale e cosa includere all’interno del programma, per un totale di 12 ore di formazione.

Il corso sarà svolto dallo stesso team di docenti su due diverse città:
- Ascoli Piceno il 2 e 3 marzo 2019
- Milano il 26 e 27 aprile 2019

Il corso “Corporate Trainer” è riconosciuto da ASI, ente di promozione sportiva aderente al Sistema SNaQ del Coni (Sistema Nazionale delle Qualifiche dei Tecnici Sportivi).

Per iscriversi cliccare qui

Per informazioni scrivere a oppure telefonare allo 054434124

Corporate Trainer Matrix FIF

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Gli scienziati della Brunel University di Londra hanno testato gli effetti della musica con uno studio pubblicato sulla rivista International Journal of Psychophysiology.
Il gruppo di ricercatori ha verificato che l’ascolto della canzone di Marvin Gaye "I Heard It Through The Grapevine" durante l'allenamento, ha provocato nei partecipanti allo studio stimoli in una regione del cervello associata ad una diminuzione della fatica. I partecipanti hanno anche riferito di aver avuto la sensazione che gli allenamenti fossero più brevi e più stimolanti mentre ascoltavano la canzone della durata di 11 minuti con un ritmo di 120 battiti per minuto (l'unica usata nello studio).

Già altri studi avevano dimostrato che la musica può avere un ruolo-chiave quando si fa attività fisica. Il merito di quest’ultima ricerca è quello di aver definito in maniera chiara e precisa il tempo di esecuzione della musica. I ricercatori, infatti, hanno cercato di capire come la specifica scelta di un solo brano a quella velocità, influenzi la prestazione dell’allenamento. Misurando la modificazione del livello di ossigenazione del sangue nel cervello, i ricercatori hanno appurato che la musica attiva il lobo frontale inferiore, un’area del cervello deputata all’integrazione delle informazioni sensoriali esterne, come quelle che arrivano dai muscoli tra cui anche le informazioni sull’affaticamento”.


LA MUSICA PUÒ ESSERE UN ANTIDOTO ANTI-STANCHEZZA
Il ruolo stimolante della musica potrebbe essere fondamentale nei periodi più critici dell’allenamento, come quando si è un po’ annoiati e la motivazione diminuisce per cui è più facile mollare oppure in soggetti per i quali l’esercizio fisico è più faticoso perché ci sono problemi di salute come nel caso di persone obese o con diabete.


LA SCELTA MUSICALE GIUSTA PUÒ STIMOLARE LA PERFORMANCE IN PALESTRA?
Quando si fa attività fisica va bene qualsiasi genere musicale oppure va scelta con cura? In realtà, come spiegato nel libro “Inside sport psycology” scritto dai ricercatori Costas I. Karageorghis and Peter C. Terry, qualche differenza c’è!
Gli autori sostengono che il pop e il rock, con determinati ritmi, aumentano la resistenza fisica nella pratica sportiva e danno una carica maggiore anche durante allenamenti intensi, combattendo la fatica”. La prova è stata fatta su un campione di trenta volontari che dovevano correre su un tapis roulant a ritmo di musica, con brani scelti dai ricercatori. I Queen, i Red Hot Chilli Peppers, Madonna e altri artisti. Grazie all’ascolto, gli sportivi hanno acquistato una resistenza superiore del 15%, in alcuni casi anche del 20%, e hanno corso di più, sopportando meglio la fatica e con una migliore sensazione di benessere. La musica in effetti può avere un effetto ergogenico, cioè stimolante, e le canzoni ideali per l’allenamento da moderato ad intenso sono quelle che presentano una velocità da 120 a 140 battute al minuto, mentre ritmi più lenti sono naturalmente più adatti alle fasi di stretching e defaticamento. Perciò, per darci dentro in palestra vanno bene brani classici come “Don’t stop me now” dei Queen o “Dancing Queen” degli Abba,o ancora “Eye of the tiger” dei Survivor, la colonna sonora di Rocky IV.


PENSARE ”MAI PIÙ SENZA MUSICA IN PALESTRA” È CORRETTO?
C’è un possibile effetto collaterale negativo in tutto ciò? Secondo i ricercatori, sì ed è il rischio di sviluppare una sorta di dipendenza dallo stimolo musicale. Negli ultimi vent’anni ci si è documentati tanto sugli effetti psicofisici, psicologici e psicofisiologici della musica, la risultante è che le persone stanno quasi sviluppando una forma particolare di dipendenza dallo stimolo musicale. Perciò, se continuiamo a promuovere, anche quando non è strettamente necessario, l'uso della stimolazione uditiva e visiva, la prossima generazione potrebbe non essere più in grado di tollerare l'affaticamento dell'esercizio fisico in assenza di musica.  

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Mercoledì, 23 January 2019 12:14

Fitness, un settore che non conosce crisi

IN AUMENTO GIRO D’AFFARI, STRUTTURE E ISCRITTI. PRIMATO PER LA LOMBARDIA

In Italia il numero di frequentatori delle palestre ha ormai superato i 18 milioni, mentre il giro d’affari annuo ha raggiunto i 10 miliardi di euro. Se c’è un settore che sembra non conoscere crisi è quello del fitness e i dati emersi dallo studio dell’Aiceb-Università Milano Bicocca (su dati Istat e Coni) lo confermano. Tuttavia, la mappa degli iscritti evidenzia concentrazioni a macchia di leopardo lungo tutto lo Stivale. A livello territoriale, la percentuale di chi abitualmente frequenta centri è nettamente superiore al Nord (56%), in particolare in Lombardia (19%), Veneto (11%), Emilia-Romagna (10%) e Toscana (8%). Se poi si analizza il fenomeno per target di età, dalle rilevazioni Eurispes emerge che i clienti più fidelizzati sono i giovani della generazione Z dai 18 ai 25 anni (32%), seguiti dai Millennials (26-35enni; 27%) e dalla generazione X, ossia i 35-40enni (21%).

Un trend che si riflette positivamente sul Benessere e la salute delle persone, sul giro d’affari dell’intero indotto e a livello occupazionale. La presenza di imprese che operano nel settore del fitness raggiunge un totale nazionale di quasi 68.000 unità, di cui ben 25.000, tra centri benessere e palestre, in Lombardia. Segue il Lazio con circa 15.000 strutture, parte delle quali sorte grazie ad una crescita del 9,7% registrata nell’ultimo anno. Una tendenza riscontrata anche in Sardegna, dove il numero di palestre è aumentato del 7,5% tra il 2017 e il 2018, in Friuli-Venezia Giulia e Calabria, entrambe con un incremento del 5,9%, e in Toscana (+5,8%).

“Il primato della Lombardia – ha dichiarato l’assessore regionale allo Sport e Giovani, Martina Cambiaghi – è in linea con le politiche intraprese per il potenziamento del settore sportivo. Stiamo lavorando su più fronti e con diversi destinatari; ricordo, solo a titolo esemplificativo, che abbiamo stanziato 8 milioni di euro per contributi a fondo perduto destinati alla realizzazione o alla ristrutturazione degli impianti sportivi dei comuni lombardi. Non solo; proseguendo su questa strada abbiamo destinato 2 milioni di euro come ‘Dote sport’ per sostenere le famiglie in condizioni economiche meno favorevoli, affinché non rinuncino ad avvicinare i propri figli alla pratica sportiva”.  

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Mercoledì, 19 December 2018 12:05

Lento oppure veloce?

PARLIAMO DELLA VELOCITÀ DI ESECUZIONE DEGLI ESERCIZI O TUT

Il Time Under Tension (TUT)è certamente un argomento sul quale è facile sentire discussioni infinite e spesso contraddittorie. Il risultato è che nella maggior parte dei casi se ne esce con le idee più confuse di quanto fossero in origine. Aggiungiamo a questo l'alternarsi di mode che (soprattutto ora grazie ai social) si diffondono a livello endemico. Mio parere personale è che di veramente nuovo esiste molto poco; già negli anni 70-80 le tecniche erano messe a punto stabilendo più o meno quello che oggi facciamo quando parliamo di "alta intensità". Forse l’unico parametro che “è cambiato” (ma ora sembra ci sia una inversione di tendenza) riguarda la monofrequenza o multifrequenza; argomento che richiede una trattazione a parte. Comunque, tornando alla velocità proviamo a fare una prima analisi. Dalla lettura del diagramma di Hill fra il rapporto forza-velocità è facile capire che più si va rallentando un gesto e più ci si avvicina al punto statico di massima forza isometrica.

hill

Questo è fisiologico e naturale, accompagnato anche dalla certezza che ci danno molti studi di fisiologia attestanti il come una contrazione isometrica possa essere un buon modo (anche se certamente non l’unico) per ottenere ipertrofia, questo anche legato all'anossia della fibra e alla produzione di lattato. Parlando poi di velocità in palestra durante l’esecuzione di un esercizio non dobbiamo dimenticare che abbiamo anche una difficoltà oggettiva nel valutare con esattezza la velocità usata, questo è possibile solo se si hanno a disposizione strumenti di misurazione (tipo sensori d'applicare sul pacco pesi delle macchine e da sistemare sul bilanciere o sui manubri). Provando a tralasciare questo importante, ma non così diffuso modo di misurare l’allenamento, proviamo a fare alcune considerazioni riferite all'allenamento più “tradizionale”. Il parametro densità dell'allenamento è dato anche dal tempo di tensione muscolare, vale a dire per quanto tempo il muscolo rimane sotto tensione, quindi viene influenzata sia dai tempi di recupero fra una serie e l'altra e sia dalla velocità con cui eseguo la serie (il famoso TUT prima citato). Se volessimo ridurre a questo parametro il "segreto" dell'allenamento avremmo fatto tombola; basterebbe infatti fare serie estremamente lente per avere i massimi risultati. Malauguratamente, anzi fortunatamente (dal mio punto di vista) la realtà è molto diversa. Credo che la pratica sia più efficace di qualsiasi analisi biomeccanica. Provate infatti a pensare la grande differenza che esiste fra i movimenti complementari d'isolamento (croci, alzate laterali, leg extension ecc.) e movimenti base ad alta sinergia (panche, lento, pulley ecc.). Sui primi la tensione si concentra su pochissimi muscoli, soprattutto se ci possiamo avvalere di macchine (cavi, pectoral ecc). Questo significa che anche andando lentamente, analizzando ogni angolo del movimento, lo sforzo rimane concentrato in modo considerevole sullo stesso muscolo stressandolo notevolmente (ed in questo caso le famose cammes di alcune macchine tornano molto utili adeguandosi all’angolo di resa del muscolo).

Se pensiamo ad un movimento base, tipo il pulley o le panche (ma ancora di più su stacchi e squat), avremo che durante il gesto la catena cinetica molto ampia determina l'intervento di molteplici muscoli durante l'arco del movimento. Tutto ciò significa che mentre si esegue l'escursione angolare prevista entreranno in azione sinergica muscoli di diversa forza che possono quindi diventare l’anello debole della catena muscolare coinvolta in un gesto (esempio fallire la distensione su panca nella parte finale non è quasi mai un problema di pettorale ma di tricipite). Credo infatti sia lapalissiano capire come andando lentamente si vada inevitabilmente a mantenere il carico più a lungo anche su questi muscoli più deboli che per forza di cose si stancheranno prima di quelli più grossi (quasi sempre propulsori e non semplici stabilizzatori). Venendo al sodo si verificherà che facendo il pulley lentamente si stancheranno molto prima i bicipiti che i dorsali, mentre sulla panca cederanno i tricipiti piuttosto che i pettorali. Sui movimenti base viene infatti istintivo (anche per la tipologia delle leve in gioco) avere un'azione propulsiva in accelerazione crescente. Sia sul pulley che sulla panca la fase finale è proprio quella che va più a carico dei bicipiti o tricipiti; va quindi a nostro vantaggio cercare di non fermarsi a lungo su quei muscoli che non sono l'obiettivo primario dell'esercizio, occorrerà quindi non rallentare troppo il gesto nella parte finale. Una leggera accelerazione ci permetterà di superare tramite l'energia dinamica questa delicata fase che altrimenti ci porterebbe a finire l'esercizio molto prima di avere esaurito i muscoli principali.

Concludendo, si potrebbe riassumere dicendo che su tutti gli esercizi d'isolamento,soprattutto se eseguiti alle macchine ed ai cavi (che risentono indirettamente dell'angolo di lavoro muscolare rispetto alla gravità), si può ipotizzare un ritmo d'esecuzione lento; questo sia in concentrico che in eccentrico.Viceversa, sui movimenti ad alta sinergia (base), soprattutto se eseguiti con manubri e bilancieri, è consigliabile un ritmo d'esecuzione più esplosivo (di solito in questi casi è l'uso di percentuali di carico elevate che limita forzatamente la velocità del gesto). Una eccezione potrebbe essere fatta sugli esercizi base per i quadricipiti (pressa, squat) dove la catena muscolare ed il sistema di leve esprime forza crescente mentre si completa la fase angolare del gesto, non a caso su entrambi questi esercizi si è molto più forti non in accosciata ma nella fase finale di estensione (infatti questi gesti hanno il massimo rallentamento, quindi la massima possibilità di “fallire” l’alzata, nella parte bassa del piegamento, non nel finale dell’estensione). Rimango comunque della “vecchia scuola” dove il TUT della parte eccentrica è sempre più elevato di quello concentrico.

Su ogni argomento impariamo a ragionare analizzando con senso critico qualsiasi cosa la moda o la tecnica ci proponga; vedrete che poi provando si avranno le sensazioni che ci guidano al capire meglio.

Pubblicato in Performance n. 3 - 2018
Mercoledì, 19 December 2018 11:16

Una nuova visione del fitness

UNA INTERVISTA CHE DÀ VOCE ALLE OPINIONI E ALLE TESTIMONIANZE DEI PARTECIPANTI AI CORSI FIF!

Le novità della FIF Academy hanno aggiunto, nell’ultima programmazione autunnale, nuove mete in tutto il territorio nazionale, riscuotendo enorme successo in termini di numero di partecipanti e grande seguito in tutti i corsi; Abbiamo intervistato per ognuno di questi una rappresentanza di partecipanti scelta per specifica territorialità con il semplice scopo di ricevere feedback ad ampio raggio su tutta la capillarizzazione dei nostri corsi in Italia. Una speciale partecipazione ha visto protagonista del corso di Pilates Aereo svoltosi a Porto Torres in provincia di Sassari l’attrice, giornalista e scrittrice televisiva romana Giulia Fossà: l’arte del cinema e della cultura incontra l’arte del movimento fluttuante! Per facilità di lettura riportiamo le 5 domande rivolte ai nomi selezionati e di seguito le loro corrispettive risposte.


LE NOSTRE DOMANDE
1. Quali sono stati gli aspetti più interessanti del corso?
2. Quali strategie metodologiche e didattiche ritieni siano state più vincenti?
3. Hai già attivato un corso con tali caratteristiche nella tua palestra?
4. A quale fascia di età è rivolto o pensi di rivolgere il tuo prossimo corso di pilates aereo/ tbw aereo/ baby fitness?
5. L’attivazione di uno di questi corsi quali vantaggi ha apportato o pensi potrà apportare al tuo centro fitness?


BABY FITNESS
Corsi di Ravenna e Milano
Docenti: Viviana Fabozzi e Melissa Roda

MARICA BODI Calderara di Reno (BO)
1. Gli aspetti più interessanti del corso sono quelli inerenti l’apprendimento delle esigenze psico-motorie dell’età infantile e il provare in prima persona i metodi e gli esercizi da proporre ai giovanissimi allievi nelle nostre lezioni.
2. Il corso è vincente per il suo approccio aspecifico all’attività fisica: ogni bambino può partecipare e svolgere le lezioni di questo format, intraprendendo un percorso di crescita personale che lo porterà ad approcciarsi al mondo sportivo.
3. Ho attivato un corso di Baby Fitness all’interno della mia ASD con bambini di età 3-6 anni e nonostante l’età d’entrata sia inferiore a quanto specificato dal format, i risultati riscontrati sono straordinari! Si divertono, socializzano con i loro compagni e soprattutto affrontano questa fondamentale tappa di vita con un corretto sviluppo psico-motorio.
4. Al momento sono in attesa del risultato di un bando regionale per inserire un progetto di attività motorie nelle scuole elementari del mio paese in cui ho proposto il Baby Fitness alle classi 1ª e 2ª (6-8 anni). Verranno coinvolte 12 classi!
5. L’attivazione di un corso Baby Fitness in un centro fitness può avere il vantaggio di promuovere l’attività fisica nei bambini, riducendo la problematica della sedentarietà infantile, e allo stesso tempo di coinvolgere i genitori ad intraprendere un nuovo stile di vita sano, cominciando a svolgere degli allenamenti in sala attrezzi mentre i loro piccoli sono impegnati al corso di Baby Fitness.

MASSIMO DOSI Corno Giovine (LO)
1. Sicuramente la parte teorica mi ha dato una visione molto ampia e approfondita dell’età evolutiva dei bambini e mi ha fatto capire come creare programmi di allenamento adeguati alla fascia di età. è proprio partendo da queste teorie, dalla comprensione delle fasi evolutive che ciascuno di noi attraversa da bambino che si può essere vincenti in questo delicato ma meraviglioso e appagante ruolo. Anche la parte pratica ha giocato un ruolo fondamentale, soprattutto perché mi ha dato una visione diversa e nuova del modo con cui approcciarsi ai bambini per proporre un “allenamento ludico”, delle varie fasi in cui suddividere la lezione ai vari scenari possibili, dalle tipologie di attrezzi utilizzabili alle varie disposizioni della classe, ecc.
2. Secondo me sulla base della mia breve esperienza con i bambini il gioco è la chiave fondamentale e il modo in cui le docenti Viviana Fabozzi e Melissa Roda lo hanno integrato all’interno di una lezione di fitness è “geniale”. Anche l’idea della storia da narrare durante il corso della lezione è stata una novità per me. Didatticamente ritengo che il corso abbia coperto benissimo tutto il bagaglio tecnico/teorico richiesto per questo ruolo, dando anche spunti di approfondimento futuri.
3. Si, in realtà il progetto era già partito due settimane prima del corso istruttori (per questioni di strategie di marketing), acquistando anticipatamente la dispensa in versione pdf; avevo comunque già una piccola esperienza con i bambini nel mondo delle arti marziali e, proprio in primavera/estate, avevo tenuto due lezioni di motricità ai bambini della classe d’asilo di mio figlio: è stata forse questa piccola esperienza che ha fatto scattare la scintilla unita alla coincidenza di aver trovato il nuovo corso di Baby Fitness sulla rivista Performance. Non c’è due senza tre: eccomi qui fiero di aver partecipato e superato il corso nonché di essere diventato istruttore di Baby Fitness.
4. Attualmente il corso è aperto ai bambini dai 5 ai 10 anni, tutti nella stessa classe di massimo 10 bambini. L’obiettivo è quello di raddoppiare questo numero e di creare due classi differenti 5-7 e 8-10 come giustamente proposto nel corso di Baby Fitness cercando, dove possibile, di ampliare la prima fascia dai 4 ai 7 anni.
5. Due a mio avviso sono i vantaggi: - la possibilità per i genitori di allenarsi in questa “oretta “(visto i tempi liberi molto ristretti quando si hanno dei figli), intanto che i loro figli sono impegnati nell’attività di Baby Fitness; - la possibilità per un bambino che non si sente ancora in grado di praticare uno specifico sport di avere davanti a sé un percorso guidato e completo che lo accompagnerà dai 5 ai 10 anni, preparandolo in maniera esaustiva al mondo dello sport.

ARIANNA PARONI Viadana (MN)
1. gli aspetti principali che ho apprezzato nel corso sono stati quelli inerenti il ripasso e lo studio di tutto ciò che è psicomotricità e motricità di base; questo mi ha portata a rivoluzionare il mio sistema d’insegnamento rendendolo progressivo come con i gruppi di adulti. Mi spiego meglio, ho messo in discussione, basandomi su principi scientifici, il mio modo di costruire l’allenamento che già facevo con i bambini. Altro aspetto interessante è stato l’inserimento dell’uso di attrezzi che già sono presenti in palestra e che non avevo mai usato con i bambini.
2. La strategia più vincente secondo me è quella di rendere la ginnastica per i bambini più simile a quella degli adulti, lo trovò estremamente innovativo.
3. Si ho già attivato un corso proprio perché il periodo era propizio; infatti ho dato vita anche ad un progetto scolastico.
4. La fascia d’età è tra 6 e 10 anni.
5. Il vantaggio è quello di far fare ginnastica più spesso e a tutti i bambini anche quelli che non la amano particolarmente. Un corso di Baby Fitness è un ottimo supporto a tanti sport, anzi oserei dire che è un vero e proprio avviamento a tutti gli sport.


TOTAL BODY WORKOUT AEREO
Corso di Forlì
Docente: Viviana Fabozzi

TBW Aereo Forlì

GIOVANNA RENZI Bellaria Igea Marina

1. La mia risposta è entusiasmante! Ogni aspetto ha attirato la mia massima attenzione. Gli aspetti più interessanti sono sicuramente la possibilità di poter integrare il total body workout aereo al programma di Baby Fitness e al contempo la possibilità di offrire un’alternativa di lavoro muscolare ad un pubblico adulto che ama approcciare a nuovi stimoli allenanti.
2. e 3. Le Metodologie e i processi didattici presentati durante il corso nella formula ready to use sono di facile approccio e comprensione soprattutto dal punto di vista pratico ed esecutivo. Lo affermo con estrema cognizione di causa avendo già attivato un corso di tbw aereo sia ad un pubblico “baby” che ad un pubblico di adulti.
4. è certamente un corso adatto e adattabile alle differenti tipologie di clienti che hanno un proprio specifico bagaglio motorio e psicologico. Ottimo strumento di differenziazione nel fitness!
5. Respirare “aria nuova” insieme ad una alta preparazione tecnica equivale a dire clienti contenti che portano nuovi clienti!

RAFFAELE QUAGLIO Ferrara
1. Ho trovato davvero interessante il lavoro con l’amaca che non conoscevo e che sinceramente mi intimoriva. Devo comunque sottolineare che è fondamentale avere degli insegnanti qualificati e pazienti che ti facciano davvero sentire a tuo agio e sopratutto pronti a darti consigli e attenzioni! Un ringraziamento particolare a Viviana Fabozzi che con il suo sorriso e la sua preparazione ha reso questi due giorni piacevoli, interessanti, pieni di nuovi spunti e tecniche di lavoro!
2. Lavorare con l’amaca è davvero bellissimo. Emozionante provare nuovi metodi di allenamento e riscoprire quante possibilità abbiamo di conoscere e migliorare attraverso l’attività fisica il nostro corpo e la nostra mente! Potenza, resistenza, concentrazione, equilibrio... Arrivi a fine lezione con una percezione del tuo corpo incredibile! Solo provando ci si rende conto di quanto possa diventare interessante il lavoro in sospensione. Due giorni in cui non ho mai guardato l’orologio perché la noia non aveva spazio!
3., 4. e 5. Mi auguro presto di poter proporre il corso nella palestra in cui lavoro, che al momento non dispone dell’attrezzatura! Ho accennato ad alcuni dei miei allievi quanto sia bello lavorare con l’amaca ed ho visto accendersi una bellissima luce nei loro occhi! Mi hanno subito chiesto quando partivano i corsi!

BARBARA BERNACCHINI Macerata
1. Sicuramente un aspetto interessante è quello del lavoro svolto totalmente in sospensione, in quanto il corpo in un primo momento si trova smarrito senza la superficie stabile di riferimento, ma piano piano acquista consapevolezza e fiducia per poter eseguire gli esercizi, soprattutto quelli in inversione, fino a diventare un tutt'uno con l'amaca. Bellissima sensazione!
2. Le strategie usate dall'insegnante, nel proporre questa nuova disciplina, sono state impeccabili, di grande efficacia, in quanto ad ogni spiegazione teorica è seguita subito la verifica pratica sull'attrezzo. In questo modo si e riusciti, subito, a prendere coscienza della tipologia di lavoro, facendo tesoro, degli input tecnici per l'esecuzione, al fine di raggiungere gli obiettivi prefissati e i benefici desiderati. Preziosi i suggerimenti di programmazione e periodizzazione del workout aereo.
3. Ancora non ho avviato un corso di Total Body Aereo. È in programmazione nel club in cui insegno. Stanno ultimando la struttura a sostegno delle amache.
4. Non so se sia giusta la distinzione per fascia d'età. Sicuramente vedo questo tipo di lavoro per chi già svolge un allenamento funzionale e per chi ha padronanza, conoscenza e consapevolezza del proprio corpo (per chi pratica Pilates e Yoga da diverso tempo). Comunque resto dell'avviso che ci si debba mettere sempre alla prova per poter conoscere, ancora di più, le potenzialità del proprio corpo e aprirsi al nuovo!
5. Il Pilates Aereo è un nuovo workout poco presente nei centri fitness ( parlo per la mia città), pertanto credo che promuovere questo tipo di attività creerà molto interesse e ,se ben gestito dall'insegnante, avrà un ottimo riscontro.


PILATES AEREO
Corsi di Porto Torres (SS) e Palermo
Docenti: Gianpiero Marongiu e Stefania Giuliani

Pilates Aereo

GIULIA FOSSÀ Roma

Giulia Fossà lavora nel mondo della comunicazione da oltre 25 anni come attrice, giornalista e autrice radio tv, nonché insegnante di Yoga e del metodo Pilates Matwork e Reformer. Questa la sua testimonianza sul corso di Pilates Aereo di Porto Torres (SS)

1. Avevo già frequentato a lungo vari corsi e lezioni in volo, sull’amaca e aspettavo con forti motivazioni la nascita di questo corso federale di Pilates Aereo. La caratteristica principale del corso FIF è senz'altro la precisa ricerca del controllo e dell' equilibrio che continuo a vedere come prerogativa del metodo Pilates. Il corso FIF di Pilates Aereo permette di esplorare la nuova dimensione nello spazio, dato dalla sospensione sull’amaca, attraverso un’esecuzione corretta e rigorosa degli esercizi, consentita da una solida conoscenza dell’uso della Power House e di determinati schemi di attivazione neuromuscolare specifici del metodo Pilates!
2. La cura e l’esattezza del protocollo definito da Gianpiero Marongiu. Il riferimento continuo ai principi base. Il qui e ora, fratello dell’Istante, come forma di disciplinata centratura. Rigore e leggerezza. Severità e sorriso. La coerenza nell’approccio all’uso dell’amaca, vista come interessante opportunità e, in alcuni casi, come valida alternativa alle grandi macchine.
3. La mia attività si svolge su due livelli: da un lato opero in una struttura non gestita direttamente da me, nella quale svolgo lezioni collettive; dall’altro sono impegnata soprattutto con lezioni private one to one, o a piccoli gruppi. In questa dimensione, l’introduzione della tecnica di Pilates aereo richiede ancora qualche passaggio organizzativo, in programma nei prossimi mesi. Ho condotto sessioni dimostrative che hanno riscosso curiosità ed entusiasmo. Questo mi ha convinto a predisporre un progetto concreto, nel breve periodo, per l’insegnamento di questa disciplina. Ho riscontrato un elemento psicologico positivo di gratificazione e divertimento nei miei allievi molto contagiosi anche per il mio ruolo di insegnante.
4. Normalmente le mie lezioni sono rivolte a allievi in età matura. La cosa ha aspetti positivi perché sono seri e costanti, capaci di apprezzare e trarre vantaggio dal Pilates. Tra i miei allievi più assidui, tuttavia, non mancano giovani - donne e uomini. Tutte, e tutti, attratti da questa nuova magia. Diciamo che in termini di “marketing” il Pilates aereo riesce a essere un valido argomento per convincere neofiti a entrare nel fantastico mondo del Pilates.
5. Una delle ragioni che mi hanno convinto a predisporre un progetto per aggiungere al mio insegnamento il Pilates aereo risiede nella semplice constatazione della persistenza di uno stereotipo che ancora accompagna la nostra disciplina: che Pilates sia un modo pigro e molle di fare attività fisica. Vedendo con i propri occhi quali capacità fisiche richieda il Pilates aereo, e quali doti di concentrazione siano necessarie per eseguire i movimenti, scatta una nuova percezione. Pilates aereo ha una forte capacità di attrarre un pubblico più giovane, dinamico e curioso.

ANITA TRIMARCHI Siracusa
1. Il corso di Pilates Aereo è stato a dir poco Magico e io l'ho adorato fin da subito!!! Riuscito benissimo soprattutto grazie alla docente Stefania Giuliani, una professionista in gamba, preparata e molto attenta ai dettagli. Sono tornata a casa entusiasta e con un bel bagaglio su cui continuare a lavorare per crescere e migliorare nell'insegnamento del metodo Pilates.
2. La Metodologia e la didattica utilizzate sono state vincenti come sempre accade per tutti i corsi che ho fatto con FIF dall'anno 2010 ad oggi e devo confermare che è sempre una garanzia. Mi è piaciuto molto il modo di interagire con gli altri corsisti, lo scambiarci i ruoli di allievo e insegnante, per imparare a "vedere" meglio, a far "percepire" l'esercizio nel modo corretto e a "sentire" bene il lavoro sul nostro corpo. Gli esercizi somigliano a quelli con le grandi macchine, precisi ed efficacissimi. E io che amo le sfide e amo stare a testa in giù, ho trovato fantastici gli esercizi, soprattutto le inversioni, e gli esercizi in scarico e decompressione della colonna.
3. A casa mia ho già montato l'amaca che ho acquistato a fine corso e ci sto lavorando per trovare le giuste strategie d'insegnamento, e la sera non vedo l'ora di "appendermi" e lasciarmi cullare un po'! In palestra, mi sto organizzando per montare le amache in sicurezza per poi iniziare a volare! Già solo a vederle, eleganti e colorate, si ci innamora...
4. Il Pilates Aereo è affascinante e sembra molto divertente, anche se in realtà è molto intenso e impegnativo, ma allo stesso tempo una sfida, e per questo credo che attirerà molte persone di ogni età, anche se neofite. Ognuno di noi ama mettersi in gioco e sfidarsi, le migliori sfide da vincere sono quelle con noi stessi! Piccole o grandi che siano, l’importante è vincerle! Riuscirci significa migliorare tutta la nostra vita! Voto Finale 110 e lode. Grazie sempre FIF.

DANIELA LIBRA San Giovanni La Punta (CT)
1. Per quanto mi riguarda, gli aspetti più interessanti sono le attivazioni muscolari per mantenere le stabilità necessarie richieste negli esercizi del metodo Pilates. Interessante la percezione del lavoro in neutro che in sospensione è diversa dai classici esercizi sul tappetino.
2. Il metodo adottato del "lavoro in coppia" è efficace nello studio dell'esercizio sia dal punto di vista di chi fa l'insegnante (che deve notare gli errori e correggerli) che da quello dell'allievo, che percependo l'errore, potrà facilmente correggerlo con qualche cueing in più.
3. Ho fortunatamente introdotto con grande successo le lezioni di Pilates Aereo nel mio palinsesto
4. Credo che possa rivolgersi ad una fascia di età molto ampia; ci sono infatti molti esercizi adattabili anche per i meno sportivi o coraggiosi; inoltre è davvero molto divertente e funzionale anche per ragazzi.
5. Sicuramente l'avvio di un nuovo corso è sempre stimolante, soprattutto un corso come il Pilates Aereo che ancora è una grande novità sul mercato. Il corso di per sé è molto divertente ed imparare i principi del Pilates in sospensione sull' amaca, stimola certamente i clienti a frequentarlo.

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Mercoledì, 12 December 2018 10:07

Il nostro saluto a Charles Poliquin

IL GURU DELLA COMUNITÀ DELL’ALLENAMENTO DELLA FORZA E DEL BODY BUILDING

Si è spento all’età di 57 anni l’uomo che ha rappresentato il primo grande allenatore della forza con una innata passione per l’allenamento in sala pesi. Il canadese Charles Poliquin nato il 5 marzo del 1961, intraprese i sui primi passi nel mondo del Body Building sulla scia di una ispirazione innescata dalla visione del film “Hard Time” del 1975 interpretato da Charles Bronson: si lasciò incantare dal volume muscolare delle braccia dell’attore e da quell’istante capì a cosa avrebbe voluto dedicare la sua vita. Da qui la scelta di specializzare i suoi studi conseguendo un master in Fisiologia degli esercizi.

La sua dedizione al mondo della sala pesi si è tradotta in una costante sperimentazione in cui ogni palestra si è trasformata in un vero e proprio laboratorio le cui cavie erano rappresentate da tutti i suoi tirocinanti. Tale era il suo interesse verso la ricerca sul sollevamento pesi che decise di imparare il tedesco esclusivamente perché la maggior parte degli articoli sul tema provenivano dalla Germania in lingua madre, contribuendo così a rendere popolare il volume “Training Tedesco” e i benefici atletici dell’ipertrofia. Polquin iniziò a lavorare come allenatore di forza mentre era in una scuola di specializzazione in Canada. Lui stesso si definì un allenatore selvaggiamente anticonformista e un iconoclasta per eccelenza che per primo parlò di concetti e metodi di cui nessuno era a conoscenza; quando presentò il suo primo articolo migliaia di lettori, professionisti o appassionati del settore, iniziarono a pensare all’allenamento con i pesi in modo diverso!

Verso la fine degli anni ‘90 fondò “Poliquin Performance”, aprendo il primo Poliquin Performance Center a Phoenix, in Arizona nel 2001, e a seguire il Poliquin Strength Institute a East Greenwich, Rode Island nel 2009. Durante questo periodo ha certificato il Poliquin International Certification Program (PICP), che include un metodo di profilatura dell’ormone corporeo a cui lo stesso Poliquin attribuì il nome di BioSignature Modulation. Nel settembre 2013 si separò dal Poliquin Performance (oggi ribattezzato come Poliquin Group), e fondò una nuova società di Fitness chiamata Strenght Sensei. Poliquin ha pubblicato articoli su riviste peer-reviewed di esercizi di scienza, forza e condizionamento.Le sue teorie sull’allenamento furono introdotte nella comunità del Body Building nel 1993 attraverso i suoi articoli per la rivista Muscle Media 2000, e dopo il 1998 attraverso le versioni online e stampate di TestosteroneMagazine, oggi noto come T-Nation. Come editorialista, ha scritto oltre 600 articoli in numerose pubblicazioni. Inoltre, è autore di otto libri, molti dei quali sono stati tradotti in 12 lingue diverse, tra cui svedese, tedesco, francese, italiano, olandese e giapponese. Il suo primo libro “The Poliquin Principles” può assolutamente esere definito un classico del Body Building: un completo riassunto di base dei suoi metodi di allenamento che ha fornito,inoltre, informazioni sui regimi di allenamento di alcuni dei migliori atleti del mondo. Infatti Charles Poliquin nel suo curriculum di allenatore esperto della forza vanta la guida di atleti in oltre una dozzina di sport diversi tra cui la NFL e la NHL, i saltatori in lungo, i pattinatori di velocità e altri ancora.

Tra gli atleti di livello mondiale ricordiamo: David Boston (ricevitore wide NFL Pro Bowl), Al MacInnis (difensore NHL in pensione, vincitore del Norris Trophy), Joe Nieuwendyk dei Florida Panthers (vincitore del Conn Smythe Trophy e vincitore della Stanley Cup), Chris Pronger dei Anaheim Ducks (vincitore della Stanley Cup e vincitore dei trofei Norris e Hart), gli atleti della squadra canadese di pattinaggio di velocità a corto circuito, Dwight Phillips (medaglia d’oro olimpionica), Nanceen Perry (detentore del record mondiale 4 x 200 metri), Michelle Freeman (ex numero 1 di Hurdler nel mondo), Chris Thorpe (medaglia d’argento olimpica e di bronzo doppio slittino), Adam Nelson (campione del mondo e 2 volte medaglia d’argento olimpica, Shot Put), Ben Pakulski (Top body builder e allenatore canadese), Gary Roberts (giocatore di NHL); quest’ultimo attribuisce a Poliquin il successo nel suo ritorno in NHL dopo che 2 dei suoi precedenti tentativi di rimpatrio fallirono a causa di lesioni fisiche. Charles lascia la figlia Krystal, i fratelli Michel, Daniel e Louis, le due sorelle, Isabelle e Stéphanie, assieme a migliaia di amici e milioni di lettori appassionati.

Buon viaggio a te che rimarrai per sempre l’eterno ragazzo burlone, con i tuoi inimitabili pantaloni a vita bassa sarcastici, e quei tuoi soprannomi coniati per tutti coloro che ti andavano a genio!

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SI SA CHE NEL FITNESS LE TENDENZE CAMBIANO VELOCEMENTE E L'AEROBICA È GIÀ STORIA! RIPERCORRIAMO INSIEME LE TAPPE PIÙ SIGNIFICANTI.

Con la Ginnastica aerobica nasce l'industria dei videotape
Verso la fine degli anni 60, un medico militare, Kenneth Cooper coniò il termine “aerobica” per descrivere un programma di allenamento che aveva come fine quello di prevenire malattie alle arterie coronariche. La sua idea prese rapidamente piede con successo nelle palestre e simultaneamente nell’industria dei videotape a livello mondiale con versioni di vario tipo: aerobica da ballo, aerobica sportiva, step e aerobica in acqua.
Così quella comunemente conosciuta nelle palestre come l’aerobica coinvolge moltissime persone note che iniziano a praticarla e a considerarla come uno stile di vita e tra queste l’attrice Jane Fonda, stella di Hollywood, figlia del famoso attore americano Henry Fonda, scrittrice e impegnata attivamente in politica. Jane Fonda si innamorò di questa attività cardiovascolare a tal punto da dedicarsi al settore come manager aprendo, insieme al suo secondo marito Tom Hayden, una palestra di aerobica a Berverly Hills con l’intento di raccogliere fondi per la fondazione “Campaing for Economic Democracy”, senza immaginare che quello sarebbe stato l’inizio di un successo incredibile.
Un imprenditore, di cui non si conosce il nome fece all’attrice la proposta di realizzare una serie di video con gli esercizi di aerobica da distribuire sul mercato. Seppur inizialmente l'attrice non fosse molto convinta pensando che l’iniziativa non avrebbe avuto molto successo accettò la sfida, e nel mese di aprile dell'anno 1982 pubblicò la videocassetta “Jane Fonda Workout” al prezzo storico di 59,95 dollari riscuotendo un successo planetario: l’attrice entrò nelle case di milioni di persone insegnando, in tutina in spandex, a fare aerobica nel proprio salotto di casa. Quel primo videotape di aerobica con Jane Fonda superò di 200.000 unità le vendite del film ‘Star Trek II’, diventando il VHS più venduto della storia. Da quel momento numerosi sono stati i video realizzati con le lezioni di aerobica di Jane Fonda. Alla fine della sua mitica avventura, tra il 1982 e il 1985 furono realizzate 23 serie di video per un totale di 17 milioni di copie nel mondo.

Jane Fonda un’icona del fitness
Grazie alle sue due grandi intuizioni , la mania del fitness degli anni '80 e la mania tech, allora solo agli albori, potremmo definire Jane Fonda “un genio” dei suoi tempi. Jane Fonda non ha inventato l’aerobica, ma è stata sicuramente una testimonial eccezionale, arrivando a tante persone attraverso le sue lezioni video nelle quali appariva in grande forma accompagnata sempre da giovani “assistenti” molto atletici e fisicamente ben strutturati. Si può ben dire che come è stata una figura rappresentativa nel mondo del cinema, allo stesso modo negli anni ’80 è stata una vera icona della storia moderna del fitness. 

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