Non credo esista, o debba esistere, nessuna “old school” o “new school”, io credo si debba appartenere alla “vecchia via che si unisce alla nuova” (cit. Ultimo Samurai).
Vorrei fossero mie parole, ma in realtà sono del Dott. Gabriele Trapani, tecnico e uomo che apprezzo molto e con cui condivido fra l’altro un “maestro” in comune che è il compianto prof Emilio They.
Oggi con l’intelligenza artificiale e qualche abile “copia incolla” si fa presto a proclamarsi maghi dell’allenamento. All’improvviso il web è stato inondato di detentori di “nuove” verità, tanto da chiamare in causa una presunta NEW SCHOOL, molto più studiata e scientifica, portatrice di un verbo nuovo che deve rivoluzionare i sistemi di allenamento.
Ora per prima cosa mi copro il capo di cenere, ho avuto anche io 25 anni con baldanza e presunzione, magari dopo avere letto due libri ero certo di possedere il verbo. Ma questo va bene: è lecito lasciare spazio alla voglia di rinnovare dei giovani. Tale rinnovamento non va però mai fatto senza guardare con vero spirito di osservazione al passato.
OK, sono un vero boomer ma credo (spero) di avere la giusta esperienza ed obiettività (oltre che l’età...) per sapere ponderare questo mix. Ovviamente mi riferisco soprattutto all’allenamento in sala pesi, magari indirizzato all’ipertrofia. Quando si parla di biomeccanica degli esercizi occorrerebbe avere non solo studi (con o senza percorsi di laurea) ma una sana esperienza teorico pratica dove ad un certo punto ci si accorge che non basta sapere origine, inserzione e funzione di ogni singolo muscoletto, ma occorre avere una visione globale dove l’effetto di un movimento, sia con macchine che pesi liberi, è influenzato da tanti fattori come ad esempio la mobilità delle articolazioni chiamate in causa, delle criticità progettuali della macchina, della presenza di problematiche personali nelle catene muscolari interessate.
Questo fa in modo che un gesto apparentemente uguale abbia ripercussioni diverse su persone differenti.
Ovvio, non stiamo disquisendo sul fatto che lavorano i quadricipiti anziché i dorsali ma magari stiamo enfatizzando il concetto che intervenga più il trapezio del deltoide o più il deltoide anteriore anziché il gran pettorale.
Scusate, mi sono lasciato prendere, ma era solo per dire che dal punto di vista degli esercizi non ne esistono di vecchi e nuovi.
Certo che l’offerta delle macchine si è ampliata e permette una grande varietà di angoli di lavoro, ma non possono essere neppure queste a fare la macrodifferenza.
Sono certo che un bel supporto può variare e magari aggirare problemi articolari o vertebrali ma non si può dire che senza 4 o 5 macchine per i pettorali non si riesce ad allenare in modo efficace quel settore muscolare: la biomeccanica di base dell’uomo non mi risulta sia cambiata negli ultimi 20 e neppure 200 anni.
Cavi, cavetti, esercizi monoarticolari sono sempre esistiti e venivano anche usati per fare lavori di rifinitura ed isolamento.
Il dubbio su queste scelte viene pensando che in qualche modo occorra attirare l’attenzione, una sorta di operazione di marketing per differenziarsi da altri tecnici che: “dai, ti fa fare sempre i soliti 15 esercizi...”.
Qui devo citare ancora le parole di Gabriele Trapani: “Sono tutti esperti di biomeccanica che anche se fosse, non significa la sappiano applicare ad un fisico, o peggio, sappiano allenarsi loro stessi con le svariate metodologie esistenti che alla fine funzionano tutte, se sapute applicare …..fino ad un certo punto”.
E qui cito e ricordo il mio Maestro Prof. Ten. Emilio They come suo ultimo “discepolo”:
“La sensibilizzazione della fase eccentrica di cui parlo spesso non implica il non saper usare cheating o cambi di velocità esecutoria per arrivare all’obiettivo (che non è per forza sempre +2 reps sul logbook). Parlano di “attivazione”, di angolazioni, prediligendo macchine e cavi…senza saper come dove e perché il sistema neuromuscolare sia “progettato”… ed è un progetto sempre soggettivo. Da qui le mille variabili ...ma la cosa agghiacciante sta nel vedere questo trend italico nell’allenarsi da “minimalista”... forse un tempo ci si allenava “troppo”... ma ora inorridisco a chi evita la fatica ed il suo accumulo come un ostacolo al risultato”.
Qui Gabriele Trapani tira fuori un altro punto legato a frequenza, intensità volume dell’allenamento: “Certo che una serie di rematore al cavo non equivale a 1 serie di stacco o rematore bilanciere, le 2 cose possono convivere ma vanno conosciute e modulate. Se si è assolutisti non si va da nessuna parte. Poi chi mi conosce sa che ho basato tutto il mio percorso di allenatore sul modulare al meglio i parametri di allenamento. Capisco che a 20/25 anni andare in overtraining sia difficile, eppure vi devo dire che io con 2 allenamenti al giorno per 6 gg a settimana sono stato capace di farlo (linfonodi gonfi, ritenzione idrica, dolore articolare, stanchezza fisica a cui sopperivo con volontà di autodistruzione). Ma senza andare a queste esagerazioni è vero che se non giungi a fatica non avrai adattamento e se non hai recupero no avrai adattamento. Quindi nessuno inventa nulla, c’è un tempo per il volume e la frequenza , anche 5/6 volte a settimana ma poi con il tempo si inizia ad avere gli stop dei progressi e la soluzione non è quasi mai aumentare serie e allenamenti”.
Non esiste quindi la frequenza ideale (o il N di serie) se questi parametri non sono rapportati alla situazione del singolo, ma rimane il fatto che se non hai capacità di procurare stress (con doms e infiammazione) probabile non ci saranno processi di supercompensazione.
Importante specificare che parliamo di BB Natural e che comunque siamo tutti diversi ed ho visto anche ragazzi giovani migliorare più con 3 allenamenti organizzati che con 4 o 5 senza un criterio progressivo.
Vero che il muscolo è un “bastardo” e si adatta agli stimoli, ma questo non significa fare esercizi più o meno circensi, piuttosto sapere modulare il carico, le ripetizioni, i tempi di recupero, le tecniche d’intensità. Cambiando questi parametri e mantenendo l’esercizio c’è già una gamma infinita di combinazioni.
Porte aperte senza preclusioni a chi sperimenta e cerca di rinnovare, ma questo credo difficilmente possa rimpiazzare in toto una metodica di allenamento che si è affermata, ampliata e perfezionata nel corso di quasi 1 secolo.
Che la forza sia con voi .. e questa non esiste né OLD o né NEW!